28 Marzo 2024 22:29

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Riccardo Roversi: dallo stadio alla Valmalenco e ritorno

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Riccardo Roversi

Riccardo Roversi: dallo stadio alla Valmalenco

Ciao Riccardo, a te la linea, presenta te stesso come se dovessi presentare un incontro di calcio:

“Amici sportivi, buonasera”, così, come era solito fare il grandissimo Paolo Valenti, mi piace aprire le trasmissioni che conduco. Sono nato a Milano e cresciuto a Cinisello Balsamo, grazie alla mia famiglia ho scoperto la Valtellina fin dai miei primi mesi di vita e me ne sono innamorato a tal punto che non riesco a starle lontano a lungo. Ho quattro grandi passioni: la Valmalenco, le radiocronache, il nuoto e l’Irlanda.
Dal rettangolo verde alle cime imbiancate, dagli stadi alle vette e ritorno: per me è così da tanti anni. Il venerdì raggiungo Chiesa e la domenica mattina ritorno a Milano per commentare qualche partita di calcio.”

Come sei entrato nel mondo del calcio?

“In realtà lavoro nel campo dell’acciaio, ma sono entrato a far parte anche del mondo del giornalismo sportivo un po’ per caso, grazie a un sms diciamo. Una domenica del 2008, mentre ero a sciare sulle piste del Palù, ho inviato un messaggino alla trasmissione sportiva Sporting club, in onda ogni weekend su Radio Number one. E’ un piacevole programma radiofonico che prevede la presenza di un apprendista cronista, scelto tra gli ascoltatori. Mai più pensavo che mi avrebbero risposto e invece, appena sceso dalla funivia ricevo una chiamata: era il conduttore di allora, il compianto Massimo Festa, che mi chiedeva di fare la radiocronaca di Juventus – Cagliari, anche da casa”.

E come è andata?

“Fu un successone, divenni una presenza fissa dello Sporting club”.

Continua…

“Dopo qualche mese venni contattato da Telenova e pochi giorni dopo il colloquio andai subito in onda a Novastadio. Da quel momento, grazie al mio direttore che ha creduto in me, sono cresciuto e sono diventato un bravo tele-radiocronista e un buon conduttore televisivo, almeno credo. Da allora mi sdoppio tra il mio principale lavoro e questa professione che è quella che ho sempre sognato fin da bambino.

Come è nata la tua passione per le radiocronache?

“Adoro l’idea che la mia voce viaggi nell’etere e possa raggiungere migliaia di persone. Fin da piccolo ho avuto una grande passione per la radio e ogni domenica mi sedevo sul divano accanto alla radio e attendevo impaziente che la Stock84 di Trieste presentasse la mia trasmissione preferita: Tutto il calcio minuto per minuto che era ed è una trasmissione che ha sempre saputo raccontare il calcio come le mamme raccontano le fiabe ai propri bimbi. Con modi cortesi e linguaggio corretto fa sognare milioni di persone”.

Hai dei modelli a cui ispirarti?

“Mi emozionavo ad ascoltare le radiocronache di Enrico Ameri in radio e di Bruno Pizzul in tv. L’idea che un bambino possa ora provare le stesse emozioni ascoltando la mia voce è qualcosa di impagabile”.

Riccardo Roversi: dallo stadio alla Valmalenco e ritorno

Perché ti piace venire in Valtellina, in particolar modo in Valmalenco?

“Personalmente parlando, ogni volta che esco dall’ultima galleria prima del trivio di Fuentes è come se ci fosse un cartello con scritto “no trespassing”: problemi, ansie e preoccupazioni sono off limits, in Valtellina non trovano casa. Amo svegliarmi il sabato mattina a Chiesa e come prima cosa ammirare il Pizzo Scalino dal balcone. La Valmalenco non ha nulla da invidiare alle altre località turistiche. Offre scenari e panorami semplicemente meravigliosi, basta aver la voglia di uscire di casa. E’ una valle che va vissuta e scoperta in ogni suo angolo, in inverno e in estate”.

Cosa ti piace fare in Valmalenco?

“Una persona sportiva, come me, ha l’imbarazzo della scelta. In inverno ovviamente gli sport invernali vanno per la maggiore. Il comprensorio magari non è come il Trentino, ma le piste sono impegnative, divertenti e tenute perfettamente. Si possono fare escursioni di qualsiasi tipo, facili o difficili, in ogni stagione. Ogni volta mi trovo davanti a veri e propri spettacoli della natura. Lanzada è diventata una località ideale per gli appassionati di arrampicata, Chiesa ha sviluppato molto bene il centro sportivo di Vassalini: campi da tennis, basket, pallavolo, percorsi per il jogging e tanto altro. Nuotare in montagna è un po’ come il mare d’inverno, un concetto che la mente non considera, ma vi assicuro che la piscina della Valmalenco merita di essere frequentata”.

In paese dicono che sei una buona forchetta…

“Verissimo! Sono cresciuto a sciatt e pizzoccheri, non si vede?… scherzi a parte, in Valmalenco si mangia molto bene e i prezzi, fortunatamente, non sono ancora ai livelli di Milano. Un’esperienza unica è andare a cena a Chiareggio in motoslitta, un paesino che d’inverno è fatato”.

Cosa faresti per aumentare il turismo?

“Vedi, l’Italia è in crisi, per varie ragioni, anche il turismo lo è. Soffro quando vedo pochi turisti in quella che per me è la mia valle.  Il turismo però è forse l’unica vera carta che il nostro paese ha da giocare per risollevarsi. L’Italia è bellissima, la Valtellina è stupenda, sfruttiamo al meglio le risorse naturali che abbiamo ricevuto in dono. Bisogna farle conoscere, nel resto d’Italia e nel mondo. La Valtellina in generale, e la Valmalenco in particolare hanno spesso difettato dal punto di vista della comunicazione. Le cose stanno migliorando, Valtellina Mobile ne è un valido esempio, ma si deve fare di più”.

Un esempio?

“Non sono la persona più adatta per dare consigli, è compito di chi è del mestiere, ma a domanda rispondo: i turisti vogliono servizi e soprattutto comodità. Il turista che arriva a Chiesa, dove c’è la funivia più grande d’Europa, non vuole fare la coda per comprare il giornaliero, è qualcosa di inaccettabile per una moderna località sciistica. Nell’era dei tablet e degli smartphone, comprare il giornaliero alla cassa e pagarlo spesso in contanti è quanto meno anacronistico. La parola d’ordine deve essere comodità, senza però ovviamente stravolgere l’ambiente”.

Il secondo?

“Migliorare le strutture ricettive e fare in modo che ci sia più “ricambio” tra i turisti. Le seconde case vanno bene, ma fino a un certo punto perché portano in valle sempre le stesse persone. Penso che alberghi belli e accoglienti sarebbero un gran bel biglietto da visita e credo creerebbero più posti di lavoro di un condominio”.

Per concludere…

“Venite in Valmalenco! Difficilmente ci si annoia, a condizione che non ci si venga pensando di trovare ciò che le grandi città offrono. Tenete a mente: siamo in montagna, non in una metropoli. Mi son sempre detto: “se ogni weekend migliaia di milanesi fuggono da Milano per andare in Valtellina, evidentemente una ragione ci deve essere”… la mia è che in Valtellina mi sento a casa e felice, lontano dal caos e da uno stile di vita che ogni giorno che passa è sempre meno a misura d’uomo. Da Cinisello Balsamo è tutto, linea alla Valtellina!”

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