23 Aprile 2024 21:06

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1987-2023: per non dimenticare

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Dal 18 luglio 1987, quando in Valtellina l’incubo cominciò, fino all’evento più tragico del 28 luglio, la grande frana di Val Pola, quando, alle 7:23 del mattino, 40 milioni di metri cubi di roccia e terra precipitarono a valle dalle pendici del Monte Zandila (2920 m) alla velocità di 400 km/h.

L’impatto sul fondovalle fu devastante, l’intero abitato di S. Antonio Morignone (fortunatamente già evacuato) venne distrutto.

Nessuno però pensava a una frana di tali dimensioni, infatti l’abitato di Aquilone, posto circa 1 km più a nord venne raggiunto dal fango e morirono 28 persone, tra cui molti bambini con le loro madri. 7 operai invece si trovavano proprio sotto la frana, per la sistemazione della strada statale 38 danneggiata dall’alluvione, loro non morirono sepolti dalla montagna, ma schiacciati dalla violenza dello spostamento d’aria provocato dalla frana stessa, probabilmente non si sono neanche resi conto di quello che stava accadendo sopra di loro, tutto avvenne in una manciata di secondi.

Ricordo ancora le parole di Don Valerio, che all’epoca era a Frontale, sopra Le Prese, pochi chilometri a sud della frana. “Quella mattina la casa ha tremato, ho aperto le persiane e nell’aria si percepiva un forte odore di zolfo, una grossa nube si era alzata e per diversi minuti non si vedeva nulla, ho guardato verso la Valdisotto e lì ho capito che era una catastrofe, era crollata l’intera montagna.”
Marco Trezzi

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