25 Aprile 2024 10:59

Valtellina Mobile, notizie dalla Valtellina
Cerca

Ridotto Valtellina: l’ultima speranza per Mussolini nell’aprile del 1945

Condividi

Mussolini nel 1945Ridotto Valtellina

Nel 1944, di fronte alla prossima caduta della dittatura nazifascista con l’avanzata delle truppe angloamericane, Mussolini, insieme ad alcuni dei suoi più fidati collaboratori, pianificò il “Ridotto Alpino Repubblicano”, noto anche come il “Ridotto Valtellina”.

La Valtellina rappresentava per Mussolini una posizione strategica. Essendo completamente isolata, con un unico accesso sul Lago di Como, era l’ideale per tentare un’ultima resistenza insieme all’esercito tedesco, che avrebbe potuto raggiungerla dalla parte germanica dell’Alto Adige attraverso il Passo dello Stelvio.

La valle era protetta a sud dalle imponenti Alpi Orobie e a nord dalla vicina Svizzera, che offriva un rifugio in caso di sconfitta. Mussolini fece fortificare il forte di Fuentes, minare la riva nord-orientale del lago e il Piano di Spagna, e costruire strutture difensive a Ardenno, Ponte in Valtellina e il fossato anticarro di San Giacomo di Teglio.

Per proteggere l’ingresso da Aprica, l’unico punto sul crinale orobico, furono predisposte linee difensive a Grosio e in Alta valle, con il riarmo del forte di Oga.

LA RESISTENZA IN VALTELLINA

Aprile del 1945

Lo Stelvio, difeso e accessibile alle truppe naziste, non rappresentava una minaccia immediata. Era piuttosto considerato un’eventuale via di fuga verso la Germania in caso di necessità, rendendo la Valtellina una fortezza per il Duce.

Mussolini ordinò anche di piazzare esplosivi nelle dighe della Valtellina e della Valcamonica, pronti a essere fatti detonare in caso di attacco e ritirata verso nord, al fine di inondare e ostacolare il nemico.

Il sanatorio di Sondalo doveva fungere da ospedale per i feriti, mentre le linee difensive della prima guerra mondiale furono riattivate. Mussolini stanziò 2 miliardi di lire per questi progetti già alla fine del 1943.

Nell’aprile 1945, tutto era pronto. I primi 4000 uomini del Duce furono inviati in valle con la promessa di raggiungere una forza di oltre 30.000 uomini. Tuttavia, il 25 aprile, con la sua sconfitta imminente, Mussolini abbandonò Milano e tentò di raggiungere il suo Ridotto o più probabilmente, secondo il parere di molti storici, fuggire in Svizzera. Fu comunque fermato prima dai partigiani, a Dongo: catturato e fucilato a Mezzegra il 28 aprile alle 16:30.

Molte delle strutture costruite durante quel periodo sono ancora visibili in Valtellina, come i rifugi antiaerei del 1944 a Teglio e gli ingressi della cannoniera nella seconda galleria dell’Aprica dopo il piano di Tresenda.

News su Telegram o WhatsApp

Condividi

Ultime Notizie

Valtellina Mobile